giovedì 25 febbraio 2016

The dynamic figure/background in Gestalt therapy

(This image is taken from the site: https://it.wikipedia.org/wiki/File:Figura_femminile_perin.jpg).

The dynamic figure/background, in Gestalt therapy, replaces the psychoanalytic concept of projection. The patient does not project, but perceives a stimulus in the relationship with the therapist. The perception of this stimulus originates from patient's relational need. The presence of the therapist allows the patient to manifest and to solve it (M. Spagnuolo Lobb, The now for the next in psychotherapy - Gestalt therapy recounted in post-modern society, Franco Angeli, 2011).
The figure that the patient brings to therapist emerges from a background. This background is therapeutic relationship. Therapist's presence allows the co-creation of this relationship. The therapist, for that reason, must always ask himself what contribution adds to the experience of the patient.
Patient's perception (figure) attaches to personal characteristics of the therapist. These features are some of essential aspects of co-created relationship by the two members (background).
The first step is therefore to understand which experiential background originates a certain figure. The next step is to understand which contact intentionality determines the formation of figure.
Understanding patient's contact intentionality is the cornerstone of this process. The goal of the therapist is actually to track down this intentionality. He must support it and ensure that it develops in therapeutic contact.
In this way the therapist will help the patient in his definition of the self. Patient will then be able to transform his desire into action in life of every day (M. Spagnuolo Lobb, The now for next in psychotherapy - Gestalt therapy recounted in post-modern society, Franco Angeli, 2011).

La dinamica figura/sfondo in psicoterapia della Gestalt

(La presente immagine è tratta dal sito: http://www.publicdomainpictures.net/view-image.php?image=40417&picture=&jazyk=IT).

La dinamica figura/sfondo, in psicoterapia della Gestalt, sostituisce il concetto di proiezione di matrice psicoanalitica. Il paziente non proietta, ma percepisce uno stimolo nella relazione col terapeuta. La percezione di questo stimolo trae origine da un bisogno relazionale del paziente. Egli sente la necessità di soddisfare questo bisogno. La presenza del terapeuta consente al paziente di manifestarlo e di risolverlo (Spagnuolo Lobb M., Il now for next in psicoterapia – la psicoterapia della Gestalt raccontata nella società post moderna, Franco Angeli, 2011).
La figura che il paziente porta in terapia emerge quindi da uno sfondo. Questo sfondo è la relazione terapeutica. La presenza del terapeuta permette la co-creazione di questa relazione. Il terapeuta, per tale motivo, deve sempre chiedersi che contributo apporta al vissuto del paziente.
La percezione del paziente (figura) si aggancia alle caratteristiche personali del terapeuta. Queste caratteristiche sono alcuni degli aspetti essenziali della relazione co-creata dai due membri (sfondo).
Il primo passo è quindi capire da quale sfondo esperienziale trae origine una determinata figura. Il passo successivo è comprendere quale intenzionalità di contatto del paziente determina la formazione della figura.
Rintracciare l’intenzionalità di contatto del paziente è il punto cardine di questo processo. L’obiettivo del terapeuta è infatti quello di rintracciare questa intenzionalità. Egli deve sostenerla e fare in modo che si sviluppi nel contatto di cura.
In questo modo il terapeuta fornirà un sostegno alla funzione personalità del paziente, aiutandolo nella definizione del sé. Quest'ultimo sarà così in grado di tramutare il suo desiderio in azione nell'ambito della vita di tutti i giorni (Spagnuolo Lobb M., Il now for next in psicoterapia - la psicoterapia della Gestalt raccontata nella società post moderna, Franco Angeli, 2011). 

lunedì 22 febbraio 2016

The brain imaging methods

(This image is taken from the site: https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Estacion_de_trabajo_PET_TAC_keosys.JPG).

The advent of new techniques for the visualization of the brain has opened up new scenarios. The oldest technique is tomography computed (TC). TC scan uses an X-ray beam and detectors positioned on the opposite sides of patient's head. It allows to distinguish gray matter (cell bodies) from white (axons). TC also allows to recognize the ventricles and other brain structures (Parves, Augustine, Fitzpatrick, Hall, LaMantia, White, Neuroscience, Sinauer Associates Inc).
Another common technique is magnetic resonance imaging (MRI). It dates back to the '80s. MRI uses magnetic field and radiofrequency pulses. These pulses affect the rotation of the atoms. These atoms begin emitting oscillatory energy. Through the use of this technique, the operators are able to build detailed images of the brain. MRI is now the preferred method for visualization of brain structure. In fact, it is harmless and non-invasive. A variant of magnetic resonance imaging is the visualization with diffusion tensor imaging (DTI). This technique allows you to view the connections formed by the axons and the cerebral vasculature.
Other techniques, however, enable us to view functional changes in the brain. They exploit the changes in metabolism and blood flow of patients. These techniques include positron emission tomography (PET), single photon emission computerized tomography (SPECT) and functional by magnetic resonance imaging (fMRI).
In PET the operators inject isotopes into the patient bloodstream. These isotopes accumulate in the more metabolically active areas. Detectors placed around patient's head make the disclosures.
SPECT is similar to PET. It uses compounds labeled with radioisotopes which emit photons.
FMRI is instead based on the following phenomenon. When a brain area faces a task, it uses oxygen. This causes a change of the magnetic resonance signal. The devices detect this change. FMRI images have a better resolution than the other techniques.
Finally, there is magnetoencephalography (MEG). This methodology has a better temporal resolution than the other methods. Iy keeps track of the magnetic fields generated by the brain. However, the MEG does not provide structural data. For this reason, scientists associate MEG with magnetic resonance, creating a visualization technique called magnetic source image (MSI; Parves, Augustine, Fitzpatrick, Hall, LaMantia, White, Neuroscience, Sinauer Associates Inc). 

I metodi di visualizzazione del cervello

(La presente immagine è tratta dal sito: https://commons.wikimedia.org/wiki/File:TAC_craneo_ECV.jpg).

L’avvento di nuove tecniche per la visualizzazione del cervello ha consentito di aprire nuovi scenari sul funzionamento di quest’organo. La tecnica più antica è la tomografia computerizzata (TC). La TC utilizza un fascio di raggi X e dei rilevatori posti ai lati opposti della testa del paziente. Essa consente di distinguere la sostanza grigia (corpi cellulari) da quella bianca (assoni). La TC permette inoltre di riconoscere i ventricoli e altre strutture dell’encefalo (Parves, Augustine, Fitzpatrick, Hall, LaMantia, White, Neuroscienze, Zanichelli).
Un’altra tecnica molto diffusa è la risonanza magnetica (MRI). Essa risale agli anni ’80. La MRI sfrutta il campo magnetico e gli impulsi a radiofrequenza. Questi impulsi modificano la rotazione degli atomi che iniziano ad emettere energia di tipo oscillatorio. Attraverso l’utilizzo di questa tecnica gli operatori sono in grado di costruire dettagliate immagini del cervello. La MRI è oggi la metodica preferita per la visualizzazione della struttura del cervello. Essa infatti è innocua e non invasiva. Una variante della risonanza magnetica è la visualizzazione con tensore di diffusione (DTI). Questa tecnica consente di visualizzare le connessioni formate dagli assoni e la vascolarizzazione celebrale.
Altre tecniche consentono invece di visualizzare le variazioni funzionali del cervello. Esse sfruttano i cambiamenti del metabolismo e del flusso sanguigno dei pazienti. Queste tecniche sono la tomografia a emissione di positroni (PET), la tomografia computerizzata a emissione di fotoni singoli (SPECT) e la visualizzazione funzionale per risonanza magnetica (fMRI).
Nella PET in particolare gli operatori iniettano degli isotopi nel flusso sanguigno. Questi isotopi si accumulano nelle zone metabolicamente più attive. Dei rilevatori posti attorno alla testa del paziente effettuano quindi le rilevazioni.
La SPECT è simile alla PET. Essa utilizza dei composti marcati con radioisotopi che emettono fotoni.
La fMRI si basa invece sul seguente fenomeno. Quando un’area del cervello affronta un compito, utilizza più ossigeno. Ciò provoca un cambiamento del segnale di risonanza magnetica. Gli apparecchi rilevano questa modificazione. Le immagini generate dall’fMRI hanno una risoluzione temporale e spaziale migliore rispetto alle altre tecniche.
Esiste infine la magnetoencefalografia (MEG). Questa metodologia ha una risoluzione temporale migliore rispetto alle altre metodiche. Essa registra i campi magnetici generati dall'attività del cervello. La MEG tuttavia non fornisce dati strutturali. Per tale motivo gli scienziati la associano alla risonanza magnetica, creando una metodica chiamata visualizzazione da fonte magnetica (MSI; Parves, Augustine, Fitzpatrick, Hall, LaMantia, White, Neuroscienze, Zanichelli).   

sabato 20 febbraio 2016

Nervous system

(This image is taken from the site: https://commons.wikimedia.org/wiki/File:1201_Overview_of_Nervous_System.jpg).

Neural circuits performing the same functions form neuronal systems. We can divide neural systems in sensory, motory and associative systems. Sensory systems acquire the environmental information. Motory systems allow the individual to respond to stimuli. Associative systems mediate complex functions (Parves, Augustine, Fitzpatrick, Hall, LaMantia, White, Neuroscience, Sinauer Associates Inc).
From anatomical point of view, we can divide nervous system in central and peripheral nervous system. Central nervous system includes the brain and the spinal cord. Peripheral nervous system instead includes a motory and a sensory portion. In sensory portion, sensory neurons connect sensory receptors with central nervous system.
Motory portion comprises somatic and autonomic division. In somatic division neurons connect central nervous system with skeletal muscles. In autonomic division neurons connect central nervous system with smooth muscles and internal organs.
In peripheral nervous system ganglia group the cell bodies. Axons, however, form the nerves.
In central system instead nuclei are clusters of neurons with similar functions. Bark instead represent a layered arrangement of nerve cells. In autonomous system axons form the beams.
Autonomic system includes a sympathetic and a parasympathetic division. In autonomic system, impulse starts from pre-ganglionic efferent neuron that is located in the brainstem or spinal cord. The signal then reaches the ganglion of autonomic nervous system and from here gets to post ganglionic neuron. This neuron conducts signals until the target organ receptor. In sympathetic system pre-ganglionic fibers are short, because ganglia are located near spinal cord. In parasympathetic system, however, pre-ganglionic fibers are long, since the ganglia are located near effector organ (Parves, Augustine, Fitzpatrick, Hall, LaMantia, White, Neuroscience, Sinauer Associates Inc).

Il sistema nervoso

(La presente immagine è tratta dal sito: https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Nervous_system_diagram-it.svg).

I circuiti neuronali che svolgono le stesse funzioni costituiscono i sistemi neuronali. Possiamo suddividere i sistemi neuronali in sistemi sensoriali, motori e di associazione. I sistemi sensoriali acquisiscono le informazioni ambientali. I sistemi motori permettono all’individuo di rispondere agli stimoli. I sistemi di associazione mediano le funzioni complesse (Parves, Augustine, Fitzpatrick, Hall, LaMantia, White, Neuroscienze, Zanichelli).
Dal punto di vista anatomico possiamo suddividere il sistema nervoso in sistema nervoso centrale e periferico. Il sistema nervoso centrale comprende encefalo e midollo spinale. Il sistema nervoso periferico comprende invece una porzione motoria ed una sensoriale. Nella porzione sensoriale i neuroni sensoriali collegano i recettori sensoriali con il sistema nervoso centrale.
La porzione motoria a sua volta comprende la divisione somatica e quella autonoma. I neuroni della divisione somatica collegano il sistema nervoso centrale con i muscoli scheletrici. I neuroni della divisione autonoma collegano il sistema nervoso centrale con i muscoli lisci e gli organi interni.
Nel sistema periferico i gangli raggruppano i corpi cellulari. Gli assoni, invece, formano i nervi.
Nel sistema centrale invece i nuclei sono aggregati di neuroni con funzioni simili. Le cortecce invece rappresentano una disposizione a strati delle cellule nervose. Gli assoni nel sistema autonomo formano i fasci.
Il sistema autonomo comprende una divisione simpatica ed una parasimpatica. Nel sistema autonomo, l'impulso parte dal neurone efferente pre-gangliare che si trova nel tronco encefalico o nel midollo spinale. Il segnale giunge quindi al ganglio del sistema nervoso autonomo e da qui si diparte al neurone post gangliare. Questo neurone conduce i segnali sino al recettore dell'organo bersaglio. Nel sistema simpatico le fibre pre-gangliari sono corte, poiché i gangli si trovano vicino al midollo spinale. Nel sistema parasimpatico, invece, le fibre pre-gangliari sono lunghe, poiché i gangli si trovano vicino all'organo effettore (Parves, Augustine, Fitzpatrick, LaMantia, White, Neuroscienze, Zanichelli).

Patellar reflex

(This image is taken from the site: https://it.wikipedia.org/wiki/Miastenia_gravis).

Neural circuits represent the organizational unit of the neurons. These circuits are the basis of perceptions and behavior. Synaptic connections along with the dendrites, the axon and glial cells form the neuropil (Parves, Augustine, Fitzpatrick, Hall, LaMantia, White, Neuroscience, Sinauer Associates Inc).
We can distinguish the neuronal circuits depending on the direction followed by electrical impulses. When the flow travels from the periphery to the encephalon or spinal cord there are afferent neurons. When the flow travels in the opposite direction there are efferent neurons.
Interneurons concern local aspects of the circuit.

We can cause patellar reflex beating the leg with a small hammer just after the knee. This stimulates the peripheral sensory receptors. These receptors transmit the information to the afferent sensory neurons. The impulse travels through the axons of these neurons until the spinal cord. Here, the afferent sensory neuron excites the interneuron and efferent motor neuron. The information travels through the axon of efferent neuron. The impulse then reaches the synapses of extensor muscle fibers. This causes the contraction of this muscle.
At the same time the interneuron inhibits the motor neurons of flexor muscle. This information travels down the axon and reaches the synapses of flexor muscle. This results in a relaxation of this muscle (Parves, Augustine, Fitzpatrick, Hall, LaMantia, White, Neuroscience, Sinauer Associates Inc).