giovedì 4 febbraio 2016

Il lavoro sulle coppie in psicoterapia della Gestalt

(La presente immagine è tratta dal sito: http://www.pianetadonna.it/foto_gallery/coppia/litigi-e-crisi-di-coppia/coppia-urlo.html)

Esistono tre obiettivi fondamentali che guidano il lavoro clinico con le coppie. In prima battuta il partner deve acquisire la capacità di vedere il compagno nella sua diversità (Spagnuolo Lobb M., Il now for next in psicoterapia – la psicoterapia della Gestalt raccontata nella società post moderna, Franco Angeli, 2011).
In aggiunta, il paziente deve essere in grado di effettuare una distinzione. Egli deve infatti discriminare tra il desiderio di contatto proveniente dal compagno e i sentimenti di dolore e rabbia elicitati da questo desiderio.  
Per ultimo, ogni componente della coppia deve essere in grado di affidarsi all’altro. In questo modo, il paziente diventerà in grado di rispondere al desiderio dell’altra persona (Spagnuolo Lobb M., 2011).
La capacità di vedere la diversità dell’altro richiede una conoscenza particolare. Il paziente deve infatti conoscere il vissuto nella famiglia di origine del partner. Questo vissuto rappresenta infatti lo sfondo che influenza il compagno nelle scelte e nelle difficoltà del presente.
In merito al secondo obiettivo, dobbiamo precisare un concetto. Ogni partner desidera infatti raggiungere l’altro membro. Allo stesso tempo, tuttavia, ha paura di non essere compreso in questo suo desiderio. Il paziente deve quindi comprendere il desiderio del compagno insito nel tentativo di raggiungerlo. Egli deve anche riconoscere la paura che accompagna questo desiderio. Ciò gli consentirà di riconoscere il partner e di accoglierlo. Questa consapevolezza gli consente inoltre di differenziarsi e di raggiungere l’altra persona.
Come ultimo obiettivo il paziente deve riuscire a cambiare, ad affidarsi all’altro. Spesso la paura può tuttavia bloccare il cambiamento. Per questo motivo la coppia deve imparare a giocare. Questo consente ai membri della coppia di stare insieme come se il dramma non esistesse (Spagnuolo Lobb M., 2011).

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