(La presente immagine è tratta dal sito: http://www.lecconotizie.com/rubriche/caleidoscopio/la-famiglia-errante-93449)
Le capacità empatiche degli individui
si sviluppano nella famiglia di
origine. In questo contesto il bambino impara a cogliere i movimenti intenzionali
degli altri membri. Egli, inoltre, sviluppa la capacità di portare a termine i
movimenti degli altri individui assieme ai propri (Spagnuolo Lobb M., Il now for next in psicoterapia – la psicoterapia
della Gestalt raccontata nella società post moderna, Franco Angeli, 2011).
A tale riguardo, la capacità intersoggettiva indica la
capacità dell’individuo di rappresentarsi interiormente un altro soggetto.
Questa capacità, in aggiunta, si estende anche alla comprensione di ciò che l’altro
individuo pensa di noi (Stern, 1985).
La capacità intersoggettiva
rappresenta quindi la modalità con
cui un individuo sta nel mondo. Questa capacità è lo sfondo su cui si sviluppano le relazioni intime.
Questa abilità fa in modo che il
bambino intuisca il desiderio dei propri genitori. Egli, pertanto, struttura il
proprio modo di esserci in modo tale da soddisfare
i desideri dell’adulto, mettendo in secondo piano i propri (Spagnuolo Lobb
M., 2011).
La sofferenza relazionale del bambino
nasce quando i suoi tentativi di adattarsi in modo creativo all’ambiente non vengono riconosciuti. In questo
modo viene mortificata la sua
intenzionalità di contatto.
Questa mancanza di riconoscimento porta ad una perdita
del senso di sé, ossia del sé che si crea nel contatto. In tal modo il bambino
giunge pertanto ad una desensibilizzazione
del confine di contatto (Spagnuolo Lobb M., 2011).
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