giovedì 25 febbraio 2016

The dynamic figure/background in Gestalt therapy

(This image is taken from the site: https://it.wikipedia.org/wiki/File:Figura_femminile_perin.jpg).

The dynamic figure/background, in Gestalt therapy, replaces the psychoanalytic concept of projection. The patient does not project, but perceives a stimulus in the relationship with the therapist. The perception of this stimulus originates from patient's relational need. The presence of the therapist allows the patient to manifest and to solve it (M. Spagnuolo Lobb, The now for the next in psychotherapy - Gestalt therapy recounted in post-modern society, Franco Angeli, 2011).
The figure that the patient brings to therapist emerges from a background. This background is therapeutic relationship. Therapist's presence allows the co-creation of this relationship. The therapist, for that reason, must always ask himself what contribution adds to the experience of the patient.
Patient's perception (figure) attaches to personal characteristics of the therapist. These features are some of essential aspects of co-created relationship by the two members (background).
The first step is therefore to understand which experiential background originates a certain figure. The next step is to understand which contact intentionality determines the formation of figure.
Understanding patient's contact intentionality is the cornerstone of this process. The goal of the therapist is actually to track down this intentionality. He must support it and ensure that it develops in therapeutic contact.
In this way the therapist will help the patient in his definition of the self. Patient will then be able to transform his desire into action in life of every day (M. Spagnuolo Lobb, The now for next in psychotherapy - Gestalt therapy recounted in post-modern society, Franco Angeli, 2011).

La dinamica figura/sfondo in psicoterapia della Gestalt

(La presente immagine è tratta dal sito: http://www.publicdomainpictures.net/view-image.php?image=40417&picture=&jazyk=IT).

La dinamica figura/sfondo, in psicoterapia della Gestalt, sostituisce il concetto di proiezione di matrice psicoanalitica. Il paziente non proietta, ma percepisce uno stimolo nella relazione col terapeuta. La percezione di questo stimolo trae origine da un bisogno relazionale del paziente. Egli sente la necessità di soddisfare questo bisogno. La presenza del terapeuta consente al paziente di manifestarlo e di risolverlo (Spagnuolo Lobb M., Il now for next in psicoterapia – la psicoterapia della Gestalt raccontata nella società post moderna, Franco Angeli, 2011).
La figura che il paziente porta in terapia emerge quindi da uno sfondo. Questo sfondo è la relazione terapeutica. La presenza del terapeuta permette la co-creazione di questa relazione. Il terapeuta, per tale motivo, deve sempre chiedersi che contributo apporta al vissuto del paziente.
La percezione del paziente (figura) si aggancia alle caratteristiche personali del terapeuta. Queste caratteristiche sono alcuni degli aspetti essenziali della relazione co-creata dai due membri (sfondo).
Il primo passo è quindi capire da quale sfondo esperienziale trae origine una determinata figura. Il passo successivo è comprendere quale intenzionalità di contatto del paziente determina la formazione della figura.
Rintracciare l’intenzionalità di contatto del paziente è il punto cardine di questo processo. L’obiettivo del terapeuta è infatti quello di rintracciare questa intenzionalità. Egli deve sostenerla e fare in modo che si sviluppi nel contatto di cura.
In questo modo il terapeuta fornirà un sostegno alla funzione personalità del paziente, aiutandolo nella definizione del sé. Quest'ultimo sarà così in grado di tramutare il suo desiderio in azione nell'ambito della vita di tutti i giorni (Spagnuolo Lobb M., Il now for next in psicoterapia - la psicoterapia della Gestalt raccontata nella società post moderna, Franco Angeli, 2011). 

lunedì 22 febbraio 2016

The brain imaging methods

(This image is taken from the site: https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Estacion_de_trabajo_PET_TAC_keosys.JPG).

The advent of new techniques for the visualization of the brain has opened up new scenarios. The oldest technique is tomography computed (TC). TC scan uses an X-ray beam and detectors positioned on the opposite sides of patient's head. It allows to distinguish gray matter (cell bodies) from white (axons). TC also allows to recognize the ventricles and other brain structures (Parves, Augustine, Fitzpatrick, Hall, LaMantia, White, Neuroscience, Sinauer Associates Inc).
Another common technique is magnetic resonance imaging (MRI). It dates back to the '80s. MRI uses magnetic field and radiofrequency pulses. These pulses affect the rotation of the atoms. These atoms begin emitting oscillatory energy. Through the use of this technique, the operators are able to build detailed images of the brain. MRI is now the preferred method for visualization of brain structure. In fact, it is harmless and non-invasive. A variant of magnetic resonance imaging is the visualization with diffusion tensor imaging (DTI). This technique allows you to view the connections formed by the axons and the cerebral vasculature.
Other techniques, however, enable us to view functional changes in the brain. They exploit the changes in metabolism and blood flow of patients. These techniques include positron emission tomography (PET), single photon emission computerized tomography (SPECT) and functional by magnetic resonance imaging (fMRI).
In PET the operators inject isotopes into the patient bloodstream. These isotopes accumulate in the more metabolically active areas. Detectors placed around patient's head make the disclosures.
SPECT is similar to PET. It uses compounds labeled with radioisotopes which emit photons.
FMRI is instead based on the following phenomenon. When a brain area faces a task, it uses oxygen. This causes a change of the magnetic resonance signal. The devices detect this change. FMRI images have a better resolution than the other techniques.
Finally, there is magnetoencephalography (MEG). This methodology has a better temporal resolution than the other methods. Iy keeps track of the magnetic fields generated by the brain. However, the MEG does not provide structural data. For this reason, scientists associate MEG with magnetic resonance, creating a visualization technique called magnetic source image (MSI; Parves, Augustine, Fitzpatrick, Hall, LaMantia, White, Neuroscience, Sinauer Associates Inc). 

I metodi di visualizzazione del cervello

(La presente immagine è tratta dal sito: https://commons.wikimedia.org/wiki/File:TAC_craneo_ECV.jpg).

L’avvento di nuove tecniche per la visualizzazione del cervello ha consentito di aprire nuovi scenari sul funzionamento di quest’organo. La tecnica più antica è la tomografia computerizzata (TC). La TC utilizza un fascio di raggi X e dei rilevatori posti ai lati opposti della testa del paziente. Essa consente di distinguere la sostanza grigia (corpi cellulari) da quella bianca (assoni). La TC permette inoltre di riconoscere i ventricoli e altre strutture dell’encefalo (Parves, Augustine, Fitzpatrick, Hall, LaMantia, White, Neuroscienze, Zanichelli).
Un’altra tecnica molto diffusa è la risonanza magnetica (MRI). Essa risale agli anni ’80. La MRI sfrutta il campo magnetico e gli impulsi a radiofrequenza. Questi impulsi modificano la rotazione degli atomi che iniziano ad emettere energia di tipo oscillatorio. Attraverso l’utilizzo di questa tecnica gli operatori sono in grado di costruire dettagliate immagini del cervello. La MRI è oggi la metodica preferita per la visualizzazione della struttura del cervello. Essa infatti è innocua e non invasiva. Una variante della risonanza magnetica è la visualizzazione con tensore di diffusione (DTI). Questa tecnica consente di visualizzare le connessioni formate dagli assoni e la vascolarizzazione celebrale.
Altre tecniche consentono invece di visualizzare le variazioni funzionali del cervello. Esse sfruttano i cambiamenti del metabolismo e del flusso sanguigno dei pazienti. Queste tecniche sono la tomografia a emissione di positroni (PET), la tomografia computerizzata a emissione di fotoni singoli (SPECT) e la visualizzazione funzionale per risonanza magnetica (fMRI).
Nella PET in particolare gli operatori iniettano degli isotopi nel flusso sanguigno. Questi isotopi si accumulano nelle zone metabolicamente più attive. Dei rilevatori posti attorno alla testa del paziente effettuano quindi le rilevazioni.
La SPECT è simile alla PET. Essa utilizza dei composti marcati con radioisotopi che emettono fotoni.
La fMRI si basa invece sul seguente fenomeno. Quando un’area del cervello affronta un compito, utilizza più ossigeno. Ciò provoca un cambiamento del segnale di risonanza magnetica. Gli apparecchi rilevano questa modificazione. Le immagini generate dall’fMRI hanno una risoluzione temporale e spaziale migliore rispetto alle altre tecniche.
Esiste infine la magnetoencefalografia (MEG). Questa metodologia ha una risoluzione temporale migliore rispetto alle altre metodiche. Essa registra i campi magnetici generati dall'attività del cervello. La MEG tuttavia non fornisce dati strutturali. Per tale motivo gli scienziati la associano alla risonanza magnetica, creando una metodica chiamata visualizzazione da fonte magnetica (MSI; Parves, Augustine, Fitzpatrick, Hall, LaMantia, White, Neuroscienze, Zanichelli).   

sabato 20 febbraio 2016

Nervous system

(This image is taken from the site: https://commons.wikimedia.org/wiki/File:1201_Overview_of_Nervous_System.jpg).

Neural circuits performing the same functions form neuronal systems. We can divide neural systems in sensory, motory and associative systems. Sensory systems acquire the environmental information. Motory systems allow the individual to respond to stimuli. Associative systems mediate complex functions (Parves, Augustine, Fitzpatrick, Hall, LaMantia, White, Neuroscience, Sinauer Associates Inc).
From anatomical point of view, we can divide nervous system in central and peripheral nervous system. Central nervous system includes the brain and the spinal cord. Peripheral nervous system instead includes a motory and a sensory portion. In sensory portion, sensory neurons connect sensory receptors with central nervous system.
Motory portion comprises somatic and autonomic division. In somatic division neurons connect central nervous system with skeletal muscles. In autonomic division neurons connect central nervous system with smooth muscles and internal organs.
In peripheral nervous system ganglia group the cell bodies. Axons, however, form the nerves.
In central system instead nuclei are clusters of neurons with similar functions. Bark instead represent a layered arrangement of nerve cells. In autonomous system axons form the beams.
Autonomic system includes a sympathetic and a parasympathetic division. In autonomic system, impulse starts from pre-ganglionic efferent neuron that is located in the brainstem or spinal cord. The signal then reaches the ganglion of autonomic nervous system and from here gets to post ganglionic neuron. This neuron conducts signals until the target organ receptor. In sympathetic system pre-ganglionic fibers are short, because ganglia are located near spinal cord. In parasympathetic system, however, pre-ganglionic fibers are long, since the ganglia are located near effector organ (Parves, Augustine, Fitzpatrick, Hall, LaMantia, White, Neuroscience, Sinauer Associates Inc).

Il sistema nervoso

(La presente immagine è tratta dal sito: https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Nervous_system_diagram-it.svg).

I circuiti neuronali che svolgono le stesse funzioni costituiscono i sistemi neuronali. Possiamo suddividere i sistemi neuronali in sistemi sensoriali, motori e di associazione. I sistemi sensoriali acquisiscono le informazioni ambientali. I sistemi motori permettono all’individuo di rispondere agli stimoli. I sistemi di associazione mediano le funzioni complesse (Parves, Augustine, Fitzpatrick, Hall, LaMantia, White, Neuroscienze, Zanichelli).
Dal punto di vista anatomico possiamo suddividere il sistema nervoso in sistema nervoso centrale e periferico. Il sistema nervoso centrale comprende encefalo e midollo spinale. Il sistema nervoso periferico comprende invece una porzione motoria ed una sensoriale. Nella porzione sensoriale i neuroni sensoriali collegano i recettori sensoriali con il sistema nervoso centrale.
La porzione motoria a sua volta comprende la divisione somatica e quella autonoma. I neuroni della divisione somatica collegano il sistema nervoso centrale con i muscoli scheletrici. I neuroni della divisione autonoma collegano il sistema nervoso centrale con i muscoli lisci e gli organi interni.
Nel sistema periferico i gangli raggruppano i corpi cellulari. Gli assoni, invece, formano i nervi.
Nel sistema centrale invece i nuclei sono aggregati di neuroni con funzioni simili. Le cortecce invece rappresentano una disposizione a strati delle cellule nervose. Gli assoni nel sistema autonomo formano i fasci.
Il sistema autonomo comprende una divisione simpatica ed una parasimpatica. Nel sistema autonomo, l'impulso parte dal neurone efferente pre-gangliare che si trova nel tronco encefalico o nel midollo spinale. Il segnale giunge quindi al ganglio del sistema nervoso autonomo e da qui si diparte al neurone post gangliare. Questo neurone conduce i segnali sino al recettore dell'organo bersaglio. Nel sistema simpatico le fibre pre-gangliari sono corte, poiché i gangli si trovano vicino al midollo spinale. Nel sistema parasimpatico, invece, le fibre pre-gangliari sono lunghe, poiché i gangli si trovano vicino all'organo effettore (Parves, Augustine, Fitzpatrick, LaMantia, White, Neuroscienze, Zanichelli).

Patellar reflex

(This image is taken from the site: https://it.wikipedia.org/wiki/Miastenia_gravis).

Neural circuits represent the organizational unit of the neurons. These circuits are the basis of perceptions and behavior. Synaptic connections along with the dendrites, the axon and glial cells form the neuropil (Parves, Augustine, Fitzpatrick, Hall, LaMantia, White, Neuroscience, Sinauer Associates Inc).
We can distinguish the neuronal circuits depending on the direction followed by electrical impulses. When the flow travels from the periphery to the encephalon or spinal cord there are afferent neurons. When the flow travels in the opposite direction there are efferent neurons.
Interneurons concern local aspects of the circuit.

We can cause patellar reflex beating the leg with a small hammer just after the knee. This stimulates the peripheral sensory receptors. These receptors transmit the information to the afferent sensory neurons. The impulse travels through the axons of these neurons until the spinal cord. Here, the afferent sensory neuron excites the interneuron and efferent motor neuron. The information travels through the axon of efferent neuron. The impulse then reaches the synapses of extensor muscle fibers. This causes the contraction of this muscle.
At the same time the interneuron inhibits the motor neurons of flexor muscle. This information travels down the axon and reaches the synapses of flexor muscle. This results in a relaxation of this muscle (Parves, Augustine, Fitzpatrick, Hall, LaMantia, White, Neuroscience, Sinauer Associates Inc).

Il riflesso rotuleo

(La presente immagine è tratta dal sito: https://it.wikipedia.org/wiki/Muscolo_quadricipite_femorale).

I circuiti neuronali rappresentano l’unità organizzativa dei neuroni. Tali circuiti sono alla base ad esempio delle percezioni e dei comportamenti. Le connessioni sinaptiche comprese nel circuito neuronale, insieme ai dendriti, alle terminazioni assoniche e alle cellule gliali formano il neuropilo (Parves, Augustine, Fitzpatrick, Hall, LaMantia, White, Neuroscienze, Zanichelli).
Possiamo distinguere i circuiti neuronali a seconda della direzione seguita dagli impulsi elettrici. Quando il flusso viaggia dalla periferia all’encefalo o al midollo spinale chiamiamo i neuroni afferenti. Quando invece il flusso viaggia in direzione inversa possiamo definire i neuroni efferenti.
Gli interneuroni invece riguardano solo gli aspetti locali del circuito.
Possiamo provocare un riflesso rotuleo percuotendo la gamba con un martelletto subito sotto il ginocchio. Ciò stimola i ricettori sensoriali periferici. Questi ricettori trasmettono l’informazione ai neuroni sensoriali afferenti. L’impulso viaggia attraverso gli assoni di questi neuroni sino al midollo spinale. In questa sede il neurone sensoriale afferente eccita il motoneurone efferente e l’interneurone. L’informazione viaggia attraverso l’assone del motoneurone efferente. L’impulso giunge quindi alle sinapsi delle fibre del muscolo estensore. Ciò provoca la contrazione di tale muscolo.
Nello stesso momento l'interneurone inibisce il motoneurone del muscolo flessore. Questa informazione viaggia lungo l'assone e giunge alle sinapsi del muscolo flessore. Ciò provoca un rilassamento di questo muscolo (Parves, Augustine, Fitzpatrick, Hall, LaMantia, White, Neuroscienze, Zanichelli).

venerdì 19 febbraio 2016

Glial cells

(This image is taken from the site: https://it.wikipedia.org/wiki/Sistema_glinfatico).

Glial cells are much more numerous than neurons. They perform multiple functions. First they keep constant the ionic environment of the neurons. They also modulate the transmission speed of the electrical signals. Another function is to modulate synaptic activity through the control of metabolism of neurotransmitters. Glial cells also have a scaffolding function in certain stages of development of the nervous system. Finally, these cells help the recovery of neuronal damage (Parves, Augustine, Fitzpatrick Hall, LaMantia, White, Neuroscience, Sinauer Associates Inc).
We can divide glial cells into three types. There are indeed astrocytes, oligodendrocytes and microglia.
Astrocytes have the function of maintaining an appropriate chemical environment to the transmission of electrical signals.
Oligodendrocytes, however, create a lipid coating, called myelin, around some axons. The myelin has the function of increasing the speed of propagation of nerve signals.
The microglial cells are scavenger cells that remove cells originating from brain damage or cell replacement. The microciglia also release signaling molecules that modulate inflammation, cell death or survival.
Glial cells can also be a stem cell type. They are the astrocytes and the precursors of oligodendrocytes. Astrocytes may produce other stem cells or even neurons, astrocytes or oligodendrocytes. The precursors of oligodendrocytes, however, may produce generally only astrocytes or oligodendrocytes (Parves, Augustine, Fitzpatrick, Hall, LaMantia, White, Neuroscience, Sinauer Associates Inc).

Le cellule gliali

(La presente immagine è tratta dal sito: https://it.wikipedia.org/wiki/Cellula_della_glia).

Le cellule gliali sono molto più numerose rispetto ai neuroni. Esse svolgono molteplici funzioni. In primo luogo mantengono costante l’ambiente ionico dei neuroni. Esse inoltre modulano la velocità di trasmissione dei segnali elettrici. Un’altra funzione è quella di modulare l’attività sinaptica attraverso il controllo del metabolismo dei neurotrasmettitori. Le glia svolgono anche la funzione di impalcatura in determinate fasi di sviluppo del sistema nervoso. Da ultimo, queste cellule agiscono nel recupero dei danni neuronali (Parves, Augustine, Fitzpatrick, Hall, LaMantia, White, Neuroscienze, Zanichelli).
Possiamo suddividere le glia in tre tipologie. Esistono infatti gli astrociti, gli oligodendrociti e le cellule microgliali.
Gli astrociti hanno la funzione di mantenere un ambiente chimico adeguato alla trasmissione dei segnali elettrici.
Gli oligodendrociti, invece, creano un rivestimento lipidico attorno ad alcuni assoni detto mielina. La mielina ha la funzione di aumentare la velocità di propagazione dei segnali nervosi.
Le cellule microgliali sono invece cellule spazzino che rimuovono cellule originate da danni celebrali o da ricambio cellulare. Le microciglia rilasciano inoltre molecole segnale che modulano l’infiammazione, la morte o la sopravvivenza cellulare.
Le cellule gliali possono anche essere di tipo staminale. Esse sono gli astrociti e i precursori degli oligodendrociti. Gli astrociti possono dare vita ad altre cellule staminali o anche a neuroni, astrociti o oligodendrociti. I precursori degli oligodendrociti, invece, danno vita generalmente solo ad astrociti o ad altri oligodendrociti (Parves, Augustine, Fitzpatrick, Hall, LaMantia, White, Neuroscienze, Zanichelli).

giovedì 18 febbraio 2016

Neurons and their characteristics

(This image is taken from the site: http://www.centrometeoitaliano.it/salute/scoperto-il-neurone-artificiale-via-libera-alla-prevenzione-di-malattie-come-lalzheimer-28893).

Neurons are cells specialized in intercellular communication and in the transmission of electrical signals. This specialization is reflected in their morphological characteristics (Parves, Augustine, Fitzpatrick, Hall, LaMantia, White, Neuroscience, Sinauer Associates Inc).
Neurons in fact have an axon and a dense branching of dendrites. The number of nerve fibers that a neuron receives depends on the amount of dendrites.
Axonal termination of the pre-synaptic neuron is adjacent to a region of the post-synaptic neuron. In this region there are the post-synaptic receptors.
The space between the pre- and post-synaptic elements is called the synaptic cleft. The two neurons communicate through the secretion of molecules that bind to specific receptors.
The axon of the neuron is the region specialized for the conduction of electrical signals. The action potential is the mechanism that carries electrical signals through the axon.
Synaptic transmission instead is the mechanism that allows the passage of information to the target cells via the synapses.
Presynaptic terminals contain synaptic vesicles. These vesicles emit chemicals called neurotransmitters.
Neurotransmitters bind to special receptors in the post-synaptic membrane. In this way they can change the electrical properties of the target cell (Parves, Augustine, Fitzpatrick, Hall, LaMantia, Whithe, Neuroscienze, Sinauer Associates Inc). 

Le caratteristiche dei neuroni

(La presente immagine è tratta dal sito http://www.primapaginaonline.it/2013/02/26/i-neuroni-vivono-piu-a-lungo).

I neuroni sono cellule specializzate nella comunicazione intercellulare e nella trasmissione di segnali elettrici. Questa specializzazione si riflette nelle loro caratteristiche morfologiche (Parves, Augustine, Fitzpatrick, Hall, LaMantia, White, Neuroscienze, Zanichelli).
I neuroni presentano infatti un assone e una fitta ramificazione di dendriti. Il numero delle fibre nervose che un neurone riceve dipende dalla quantità di dendriti.
La terminazione assonica del neurone pre-sinaptico è adiacente ad una regione del neurone post-sinaptico. In questa regione sono presenti i recettori post-sinaptici.
Lo spazio presente tra gli elementi pre e post sinaptici è chiamato fessura sinaptica. I due neuroni comunicano attraverso la secrezione di molecole che si legano a specifici recettori.
L’assone è la regione del neurone specializzata per la conduzione dei segnali elettrici. Il potenziale d’azione è il meccanismo che trasporta i segnali elettrici attraverso l’assone.
La trasmissione sinaptica invece rappresenta il meccanismo che consente il passaggio dell’informazione alle cellule bersaglio attraverso le sinapsi.
Le terminazioni presinaptiche contengono le vescicole sinaptiche. Queste vescicole emettono sostanze chimiche chiamate neurotrasmettitori.
I neurotrasmettitori si legano a particolari recettori presenti nella membrana post sinaptica. In questo modo essi riescono a modificare le proprietà elettriche della cellula bersaglio (Parves, Augustine, Fitzpatrick, Hall, LaMantia, White, Neuroscienze, Zanichelli).  

domenica 14 febbraio 2016

The cells of the nervous system

(This image is taken from the site: http://nervosano.it/sistema-nervoso).

Nervous tissue is composed of cells. Nerve cells are functionally independent and communicate via specialized contacts called synapses (Parves, Augustine, Fitzpatrick, Hall, LaMantia, White, Neuroscience, Sinauer Associates Inc).
Nerve cells have three components: the cell body, dendrites and axons. Some nerve cells may, however, be devoid of axons. Other nerve cells can be free of dendrites.
We can divide the cells of the nervous tissue in two categories: the nerve cells or neurons and glial cells.
The nerve cells have the function of transmitting the electrical signal over long distances. Glial cells instead have the function of supporting the production of electrical signals. They also help to repair the nervous system.
The cells of the nervous tissue are different from other cells in the body. Some subcellular components have in fact a different location. The mitochondria, for example, is predominantly localized in the synapses.
Some molecular components of the cytoskeleton, also, have special tasks for the development and functioning of neurons and glial cells (Parves, Augustine, Fitzpatrick, Hall, LaMantia, White, Neuroscience, Sinauer Associates Inc). 

Le cellule del sistema nervoso

(La presente immagine è tratta dal sito: http://www.clickescolar.com.br/sistema-nervoso-2.htm)

Il tessuto nervoso è composto da cellule. Le cellule nervose sono funzionalmente autonome e comunicano attraverso dei contatti specializzati chiamati sinapsi (Parves, Augustine, Fitzpatrick, Hall, LaMantia, White, Neuroscienze, Zanichelli).
Dal punto di vista morfologico le cellule nervose hanno tre componenti: corpo cellulare, dendriti e assoni. Alcune cellule nervose possono essere tuttavia prive di assoni. Altre cellule nervose al contrario possono essere sprovviste di dendriti.
Possiamo dividere le cellule del tessuto nervoso in due categorie: cellule nervose o neuroni e cellule gliali.
Le cellule nervose hanno la funzione di trasmettere il segnale elettrico su lunghe distanze. Le cellule gliali hanno invece la funzione di sostenere la produzione di segnali elettrici. Esse hanno anche la funzione di contribuire alla riparazione del sistema nervoso.
Le cellule del tessuto nervoso si distinguono dalle altre cellule del corpo. Alcune componenti subcellulari hanno infatti una differente localizzazione. I mitocondri, ad esempio, si localizzano prevalentemente nelle sinapsi.
Alcune componenti molecolari del citoscheletro, inoltre, hanno dei compiti peculiari per lo sviluppo e il funzionamento dei neuroni e delle cellule gliali (Parves, Augustine, Fitzpatrick, Hall, LaMantia, White, Neuroscienze, Zanichelli).

sabato 13 febbraio 2016

Genetics and nervous system functioning

(This image is taken fron the site: www.ausl.bologna.it).

Neuroscience study the structure and functioning of the nervous system. The organization of the neurons occurs through the neuronal circuits and neuronal systems. The neural systems have three functions (Parves, Augustine, Fitzpatrick, Hall, LaMantia, White, Neuroscience, Sinauer Associates Inc).
The sensory system processes the information obtained from the environment. The motor system organizes information and generates actions. The associative system connects the sensory system and the motor system to generate higher functions, such as language.
Genetic analysis is fundamental to understanding the organization, operation and development of the nervous system. DNA provides instructions for the structure and functioning of the brain.
The alteration of certain genes can explain the appearance of some neurological diseases. Genetic mutations can cause alterations in brain development and the appearance of rare diseases.
The study of genetic sequences can not, however, explain brain function and disease processes. Biology, anatomy and physiology of nerve cells are also fundamental (Parves, Augustine, Fitzpatrick, Hall, LaMantia, White, Neuroscienze, Sinauer Associates Inc).
 


Genetica e funzionamento del sistema nervoso

(La presente immagine è tratta dal sito: www.sanitasalento.net).

Le neuroscienze studiano la struttura e il funzionamento del sistema nervoso. L’organizzazione dei neuroni avviene attraverso i circuiti neuronali e i sistemi neuronali. I sistemi neuronali svolgono tre funzioni (Parves, Augustine, Fitzpatrick, Hall, LaMantia, White, Neuroscienze, Zanichelli).
Il sistema sensoriale elabora le informazioni ricavate dall’ambiente circostante. Il sistema motorio organizza le informazioni e genera le azioni. Il sistema di associazione collega il sistema sensoriale e quello motorio per dare vita alle funzioni superiori, come ad esempio il linguaggio.
L’analisi genetica è fondamentale per comprendere l’organizzazione, il funzionamento e lo sviluppo del sistema nervoso. Il DNA fornisce infatti le istruzioni per la struttura e il funzionamento dell’encefalo.
L’alterazione di alcuni geni può spiegare la comparsa di alcune malattie neurologiche. Le mutazioni genetiche possono infatti provocare alterazioni nello sviluppo del cervello e la comparsa di malattie rare.
Lo studio delle sequenze genetiche non può tuttavia spiegare da solo il funzionamento dell’encefalo e i processi patologici. La biologia, anatomia e fisiologia delle cellule nervose sono anch’esse fondamentali  (Parves, Augustine, Fitzpatrick, Hall, LaMantia, White, Neuroscienze, Zanichelli).


lunedì 8 febbraio 2016

The love of the therapist in Gestalt therapy

(This image is taken from the site: http://www.rivelazioni.com/immagini_foto/vero_amore).

First of all the love of the therapist is an institutional love. The therapist has the task to take care of patient (M. Spagnuolo Lobb, The now for next in Psychotherapy - Gestalt therapy recounted in the post-modern society, Franco Angeli, 2011).
The emotional involvement of the psychotherapist also represents a key component of the care process. The therapist is able to activate this process when his feelings are concrete and real.
The therapist treats the patient rediscovering his hidden beauty. This research by the therapist revitalizes the other's ability to be vital and attractive.
The patient then recovers his spontaneous vitality. He abandons the desensitization of his disorder. The patient is able to recover its spontaneity and vitality, discovering his charm and beauty (M. Spagnuolo Lobb, 2011).
The therapist, with his love, awakens the patient's hidden charm. Through love the therapist therefore rediscovers the patient’s vitality. He rediscovers also the patient’s intentionality of contact that has allowed him to adapt to difficult situations.
Love then allows the therapist revitalize the beauty of the patient and his spontaneity.

L’amore del terapeuta in psicoterapia della Gestalt

(La presente immagine è tratta dal sito: http://www.imagenesdesamor.com).

L’amore del terapeuta è innanzitutto un amore istituzionale. Il terapeuta ha infatti il compito di prendersi cura del paziente (Spagnuolo Lobb M., Il now for next in psicoterapia – la psicoterapia della Gestalt raccontata nella società post moderna, Franco Angeli, 2011).
Il coinvolgimento emotivo dello psicoterapeuta, tuttavia, rappresenta anche una componente fondamentale del processo di cura. Il terapeuta riesce ad attivare tale processo quando i suoi sentimenti sono concreti e reali.
L’atteggiamento di cura si concretizza nella ricerca del fascino nascosto del paziente. Questa ricerca da parte del terapeuta rivitalizza la capacità dell’altro di essere vitale e interessante.
Il paziente recupera pertanto la sua vitalità spontanea. Egli abbandona la desensibilizzazione del confine di contatto insita nel suo disturbo. Il paziente riesce a recuperare la sua spontaneità e vitalità, riscoprendo il suo fascino e la sua bellezza interiore (Spagnuolo Lobb M., 2011).
Il terapeuta, con il suo amore, riattiva pertanto il fascino nascosto del paziente. Attraverso l’amore il terapeuta riscopre pertanto la vitalità dell’altro, la sua intenzionalità di contatto che gli ha permesso di adattarsi a situazioni difficili.
L’amore permette dunque di rivitalizzare la bellezza del paziente e la sua spontaneità nell’esserci.

venerdì 5 febbraio 2016

The narrative in Gestalt therapy

(This image is taken from the site: http://www.ig-global.com/it/category/tutti/strategia)

The followers of Gestalt therapy means the patient's narration in specific terms. In fact, it is a creative act. The patient, through narration, tries to overcome his unsatisfactory relational schemas. He learned these patterns through the relationships lived in the past  (M. Spagnuolo Lobb, The now for next in psychotherapy - Gestalt therapy told in the post-modern society, Franco Angeli, 2011).
The meaning of the story is expressed in the border of contact between therapist and patient. These two entities create together a sense of the narrative. The person to whom the story is addressed is therefore crucial to the story itself.
The story thus expresses a contact intentionality of the patient. The therapist must ensure that the patient bring to completion this contact intentionality.
The therapist needs to ask several questions. In fact, he has contributed to the creation of the history that the patient tells him. Through this story, the patient wants to overcome a dysfunctional contact pattern of the past (M. Spagnuolo Lobb, 2011).
The patient with his story therefore has the objective to create a new contact with the therapist.

La narrazione in psicoterapia della Gestalt

(La presente immagine è tratta dal sito: http://www.shapebureau.com/narrazione-per-immagini-foto-che-raccontava-una-storia).

I seguaci della psicoterapia della Gestalt intendono la narrazione del paziente in termini peculiari. Essa infatti rappresenta un atto creativo. Il paziente, attraverso la narrazione, tenta di superare degli schemi relazionali insoddisfacenti. Egli ha appreso tali schemi attraverso le relazioni vissute nel passato (Spagnuolo Lobb M., Il now for next in psicoterapia – la psicoterapia della Gestalt raccontata nella società post moderna, Franco Angeli, 2011).  
Il significato del racconto si sprigiona al confine di contatto tra terapeuta e paziente. Questi due soggetti creano assieme il senso della narrazione. La persona a cui si rivolge il racconto è pertanto determinante per il racconto stesso.
Il racconto esprime quindi un’intenzionalità di contatto del paziente verso il terapeuta. Quest’ultimo deve fare in modo che il paziente porti a compimento tale intenzionalità di contatto.
Il terapeuta ha l’obbligo di porsi varie domande. Egli, infatti, ha contribuito alla creazione della storia che il paziente gli racconta. Attraverso questa storia, il paziente vuole superare uno schema di contatto disfunzionale del passato (Spagnuolo Lobb M., 2011).
Il paziente con il suo racconto manifesta quindi l’intento di creare un contatto nuovo con il terapeuta.

Bodily changes in older people

(This image is taken from the site: http://www.fisiobrain.com/web/2011/fisioterapia-soggetti-anziani-dorso-curvo).

Bodily changes related to age actively interact with the elderly condition. After 70 the probability of death and to develop diseases statistically increases (Sbattella, 2008).
In particular the likelihood of developing disorders of the circulatory system, such as hypertension or arteriosclerosis, widens. Elderly people may also suffer from blood-chemical changes that can cause kidney or respiratory impairment.
Some dysmetabolic states or digestive dysfunctions can have effects on brain function.
Elderly people also are at risk of developing diseases related to the use of drugs. The reduced liver and kidney function may in fact lead to the development of neuropsychiatric side effects (Sbattella, 2008).
The concept of aging and disease are intertwined. Some types of diseases, for example, may explain certain behaviors of the elderly people. In turn physiological states of the elderly can lead to an incorrect use of drugs. This incorrect use may lead to the development of diseases.
Scientists have however denied the equation between aging and disease. Indeed, the latter relates to processes which interfere with the normal development of the organism. At present there are many elderly people crossing the old with a good health status (Sbattella, 2008).

Il cambiamento corporeo negli anziani

(La presente immagine è tratta dal sito: http://it.dreamstime.com/immagini-stock-uomo-anziano-felice-image20295614)

I mutamenti corporei legati all’età interagiscono in modo attivo con la condizione anziana. Dopo i 70 anni aumenta a livello statistico la probabilità di morte e quella di sviluppare malattie (Sbattella, 2008).
In particolare si amplia la probabilità di sviluppare patologie a carico del sistema circolatorio, come ad esempio l’ipertensione o l’arteriosclerosi. Possono inoltre verificarsi alterazioni emato-chimiche in grado di provocare una compromissione dei reni o dell’apparato respiratorio.
Alcuni stati dismetabolici o disfuzioni digestive possono avere effetti sul funzionamento cerebrale.
Gli anziani corrono inoltre il rischio di sviluppare malattie legate all’utilizzo dei farmaci. La ridotta funzionalità epatica e renale possono infatti portare allo sviluppo di effetti collaterali neuropsichiatrici (Sbattella, 2008).
Il concetto di invecchiamento e malattia sono intrecciati. Alcuni tipi di malattie, ad esempio, possono spiegare certi comportamenti degli anziani. A loro volta stati fisiologici degli anziani possono portare ad un uso scorretto dei farmaci. Questo errato impiego può portare allo sviluppo di malattie.
Gli studiosi hanno comunque negato l’equazione tra invecchiamento e malattia. Quest’ultima infatti riguarda processi che interferiscono con la normale evoluzione dell’organismo. Allo stato attuale esistono numerosi anziani che attraversano la vecchiaia con uno stato di salute buono (Sbattella, 2008).

giovedì 4 febbraio 2016

The work on couples in Gestalt therapy

(This image is taken from the site: http://www.figliefamiglia.it/2011/09/piu-giovani-e-colti-entrambi-lavoratori-e-residenti-nel-nord-est-in-crescita-le-coppie-di-fatto).

There are three fundamental objectives that guide the clinical work with couples. First of all the partner must acquire the ability to see the consort diversity (M. Spagnuolo Lobb, The now for the next in Psychotherapy - Gestalt therapy told in the post-modern society, Franco Angeli, 2011).
In addition, the patient must be able to make a distinction. He should in fact discriminate between the desire for contact from the partner and the feelings of pain and anger elicited by this desire.
Finally, the members of the couple must learn to trust each other. In this way, the patient will become able to respond to the desire of the other person (Spagnuolo Lobb M., 2011).
The ability to see the other's diversity requires special knowledge. The patient must be familiar with the experience of the partner in the family of origin. This experience represents the background that influences the partner in the choices and difficulties of the present.
Each partner is looking to get to the other member. At the same time, however, the partner is afraid of not being understood in this wish. The patient must understand the desire of the partner. He must also recognize the fear that accompanies this desire. This will allow him to recognize the partner and to welcome him. This awareness also allows the partners to differentiate themselves.
The ultimate goal is that the patient must be able to change. Often, however, fear can block the change. That is why the couple must learn to play. This allows the couple to stay together as if the drama did not exist (M. Spagnuolo Lobb, 2011).

Il lavoro sulle coppie in psicoterapia della Gestalt

(La presente immagine è tratta dal sito: http://www.pianetadonna.it/foto_gallery/coppia/litigi-e-crisi-di-coppia/coppia-urlo.html)

Esistono tre obiettivi fondamentali che guidano il lavoro clinico con le coppie. In prima battuta il partner deve acquisire la capacità di vedere il compagno nella sua diversità (Spagnuolo Lobb M., Il now for next in psicoterapia – la psicoterapia della Gestalt raccontata nella società post moderna, Franco Angeli, 2011).
In aggiunta, il paziente deve essere in grado di effettuare una distinzione. Egli deve infatti discriminare tra il desiderio di contatto proveniente dal compagno e i sentimenti di dolore e rabbia elicitati da questo desiderio.  
Per ultimo, ogni componente della coppia deve essere in grado di affidarsi all’altro. In questo modo, il paziente diventerà in grado di rispondere al desiderio dell’altra persona (Spagnuolo Lobb M., 2011).
La capacità di vedere la diversità dell’altro richiede una conoscenza particolare. Il paziente deve infatti conoscere il vissuto nella famiglia di origine del partner. Questo vissuto rappresenta infatti lo sfondo che influenza il compagno nelle scelte e nelle difficoltà del presente.
In merito al secondo obiettivo, dobbiamo precisare un concetto. Ogni partner desidera infatti raggiungere l’altro membro. Allo stesso tempo, tuttavia, ha paura di non essere compreso in questo suo desiderio. Il paziente deve quindi comprendere il desiderio del compagno insito nel tentativo di raggiungerlo. Egli deve anche riconoscere la paura che accompagna questo desiderio. Ciò gli consentirà di riconoscere il partner e di accoglierlo. Questa consapevolezza gli consente inoltre di differenziarsi e di raggiungere l’altra persona.
Come ultimo obiettivo il paziente deve riuscire a cambiare, ad affidarsi all’altro. Spesso la paura può tuttavia bloccare il cambiamento. Per questo motivo la coppia deve imparare a giocare. Questo consente ai membri della coppia di stare insieme come se il dramma non esistesse (Spagnuolo Lobb M., 2011).

mercoledì 3 febbraio 2016

Family psychotherapy in Gestalt theory

(This image is taken from the site: http://www.regnumchristi.org/italiano/articulos/articulo.phtml?se=362&ca=966&te=821&id=29809).

Empathic skills are developed in one's family of origin. In this context, the child learns to snatch the intentional movements of the other members. He also develops the ability to complete the movements of other individuals together with his activities (M. Spagnuolo Lobb, The now for the next in psychotherapy - Gestalt therapy told in the post-modern society, Franco Angeli, 2011).
In this respect, the intersubjective capacity indicates the individual's ability to represent in himself the image of another person. This ability, in addition, also extends to the understanding of what the other individual thinks of us (Stern, 1985).
Intersubjective capacity is therefore the manner in which an individual is in the world. This ability is the background on which he develops the intimate relationships.
This ability makes sure that the child understands the desire of his parents. He, therefore, structures his way to be there in order to satisfy the wishes of the adult, overshadowing his wishes (M. Spagnuolo Lobb, 2011).
The child’s relational suffering is born when his attempts to adapt creatively to the environment are not recognized. In this way the child’s intentionality of contact is mortified.
This lack of recognition leads to a loss of the sense of self, that is the self created in the contact. In this way the child therefore comes to a desensitization of the border of contact (Spagnuolo Lobb M., 2011).

La psicoterapia familiare nella Gestalt therapy

(La presente immagine è tratta dal sito: http://www.lecconotizie.com/rubriche/caleidoscopio/la-famiglia-errante-93449)

Le capacità empatiche degli individui si sviluppano nella famiglia di origine. In questo contesto il bambino impara a cogliere i movimenti intenzionali degli altri membri. Egli, inoltre, sviluppa la capacità di portare a termine i movimenti degli altri individui assieme ai propri (Spagnuolo Lobb M., Il now for next in psicoterapia – la psicoterapia della Gestalt raccontata nella società post moderna, Franco Angeli, 2011).
A tale riguardo, la capacità intersoggettiva indica la capacità dell’individuo di rappresentarsi interiormente un altro soggetto. Questa capacità, in aggiunta, si estende anche alla comprensione di ciò che l’altro individuo pensa di noi (Stern, 1985).
La capacità intersoggettiva rappresenta quindi la modalità con cui un individuo sta nel mondo. Questa capacità è lo sfondo su cui si sviluppano le relazioni intime.
Questa abilità fa in modo che il bambino intuisca il desiderio dei propri genitori. Egli, pertanto, struttura il proprio modo di esserci in modo tale da soddisfare i desideri dell’adulto, mettendo in secondo piano i propri (Spagnuolo Lobb M., 2011).
La sofferenza relazionale del bambino nasce quando i suoi tentativi di adattarsi in modo creativo all’ambiente non vengono riconosciuti. In questo modo viene mortificata la sua intenzionalità di contatto.
Questa mancanza di riconoscimento porta ad una perdita del senso di sé, ossia del sé che si crea nel contatto. In tal modo il bambino giunge pertanto ad una desensibilizzazione del confine di contatto (Spagnuolo Lobb M., 2011).