Alcune ricerche recenti hanno
dimostrato che il bambino, nell’età compresa tra i due e i quattro anni, sviluppa
le abilità di relazione con i pari.
Tale sviluppo è favorito dalla comparsa delle prime forme di pensiero operatorio concreto. Il bambino, inoltre, inizia ad assumere il punto di vista
degli altri (cd. teoria della mente).
Dai sei ai dodici mesi di vita il bambino inizia a cercare l’interazione con altri
coetanei (Carrubba e Castelli, 2015). Un esempio è il porgere un oggetto. Tali
comportamenti, in questo stadio, non vengono tuttavia ricambiati.
Ad un anno compare l’interazione
speculare. In un primo momento tale interazione è contemporanea. I bambini,
in altre parole, iniziano a compiere azioni simili come ad esempio scegliere lo
stesso giocattolo.
In un secondo momento l’interazione speculare diventa differita.
L’azione viene prima compiuta da un bambino che poi si arresta. Il
comportamento viene quindi ripetuto dall’altro.
A due-tre anni compaiono le interazioni
complementari. Le azioni dei bambini vengono compiute di seguito e si
completano in modo reciproco. I bambini, quindi, imparano a cooperare per un’attività
comune. Le attività cooperative tendono ad aumentare con l’avanzare dell’età.
Nell’età prescolare e nei primi anni di quella scolare i bambini iniziano invece a porre in
essere le attività di gruppo.
I recenti studi, pertanto,
evidenziano l’importanza del
contatto sociale con i coetanei per lo sviluppo del bambino (Molinari, 2002).
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